Spedizione Citroën Centro Africa. Seconda Missione Haardt-Audouin Dubreuil 1924-1925

La collezione di 232 positivi (lotti 231, 350 e 352) si riferisce alla missione originariamente denominata “Citroën Centro Africa” del 1924-1925 guidata dai veterani Georges-Marie Haardt e Louis Audouin-Dubreuil, ai quali venne affiancato il comandante Bettembourg, della fanteria coloniale, profondo conoscitore dell’Africa francese. Questa seconda missione faceva seguito alla prima traversata del Sahara compiuta dai cingolati Citroën già nel 1923. La spedizione aveva obiettivi ambiziosi: oltre ad aprire la strada a possibili collegamenti rapidi tra le diverse colonie francesi, si proponeva come una vera e propria esplorazione scientifica del continente africano. Al seguito, infatti, non mancavano studiosi di diverse discipline con precisi incarichi da parte del Museo di Storia naturale di Parigi, del Ministero delle Colonie e della Società Geografica francese. La preparazione della spedizione richiese più di un anno. Occorreva studiare bene come attraversare zone impervie e in parte sconosciute, deserti, savane, foreste, sempre senza la certezza di poter portare a termine l’impresa. Complessivamente, autisti e meccanici compresi, sedici persone si imbarcarono a bordo di otto cingolati B2, veri laboratori ambulanti, in grado, a gruppi di due, di essere pienamente autosufficienti. L’itinerario stabilito prevedeva un percorso di 20.000 chilometri che subì, però, un netto prolungamento per soddisfare la richiesta del Presidente della Repubblica Francese, G. Doumergue, di raggiungere Madagascar, la più lontana e isolata delle colonie. Il viaggio si rivelò più faticoso del previsto: gli otto cingolati attraversarono l’Algeria, il Niger, il Ciad, l’Ubanghi Chari (oggi Repubblica centrafricana) e il Congo belga (oggi Repubblica Democratica del Congo) dove l’amministrazione coloniale dello Stato, per far procedere la carovana, aprì una pista di 700 Km nella foresta equatoriale utilizzando 40.000 uomini. Fu necessario, inoltre, provvedere all’invio di ben quattro missioni ausiliarie per allestire altrettanti punti di rifornimento lungo il percorso tra l’Algeria e l’Oceano Indiano. Le quattro missioni avrebbero atteso nelle diverse località il passaggio della grande spedizione e assicurato l’invio in madrepatria delle collezioni e dei materiali documentari raccolti fino a quel momento.

La carovana partì il 28 ottobre 1924 da Colomb-Béchar, in Algeria, e percorse 28.000 chilometri fino a giungere alle coste dell’Oceano Indiano, in Mozambico. Come nella più classica delle spedizioni ottocentesche, era presente anche un pittore, Alexandre Jacovleff, a cui erano affidati gli studi etnografici. La documentazione zoologica e le indagini patologiche erano state assegnate a Eugene Bergonier, un anziano professore della scuola di medicina dell’Africa Occidentale Francese. Egli riportò una notevole quantità di campioni: trecento mammiferi, ottocento uccelli, quindicimila insetti, alcuni dei quali fino ad allora sconosciuti e una dettagliata carta delle principali epidemie. All’ing. C.B. Brull vennero affidate le ricerche geologiche e la direzione meccanica della spedizione. Una particolare attenzione venne riservata alle riprese cinematografiche e fotografiche. Per la sezione cinematografica venne chiamato il regista Léon Poirier che realizzò il giornale “cinegrafico” della spedizione, divenuto popolare con il titolo di La Crociera Nera. Poirier era affiancato da un ottimo operatore, Georges Specht, e insieme produssero 27.000 metri di pellicole e 8.000 foto, una selezione delle quali raccolte nell’album donato dai membri della spedizione alla Società Geografica Italiana. Nella primavera del 1926, infatti, con un fitto programma di festeggiamenti il Sodalizio romano si apprestò a rendere i dovuti onori ai componenti della missione. Per l’occasione il 1° maggio all’Augusteo venne organizzata una serata cinematografica che si svolse sotto il patrocinio di Elena di Francia, Duchessa d’Aosta, che aveva già incontrato in Africa i membri della spedizione. Il principe Pietro Lanza di Scalea, presidente della Società Geografica Italiana, e tutto il Consiglio Direttivo accolsero gli illustri ospiti all’ingresso dell’Augusteo gremito di moltissime personalità. La proiezione de “La Crociera Nera”, che il Bollettino della Società Geografica, definì una “visione impressionante, fantasmagorica, ma fedele alla realtà, era accompagnata in gran parte da musiche etniche composte su temi autentici raccolti dal regista Poirier. L’introito della serata venne destinato alla Casa di Maternità Villa Abruzzi nella Somalia Italiana, posta sotto il patrocinio di Luigi di Savoia, Duca degli Abruzzi. Il giorno successivo, gli esploratori e Andrè Citroën furono ospiti d’onore di un ricevimento nella sede sociale della Società Geografica. Gli ospiti donarono al Sodalizio alcuni ricordi della spedizione: un piccolo modello del tipo di automobile coi cingoli propulsori di cui oggi, purtroppo, si sono perse le tracce, un volume sulla prima traversata del Sahara, una carta dell’Africa con il disegno dei diversi itinerari e, infine, un elegante album con una scelta delle immagini più significative della spedizione oltre a varie foto sciolte.

La raccolta iconografica oggi conservata nell’Archivio fotografico è composta d 232 positivi. In particolare, si tratta del ritratto di Geoges-Marie Haardt realizzato da L. Taponier (lotto 231). La fotografia è montata su un cartoncino (25,8x33,8 cm) dove compare, nel margine inferiore, la dedica manoscritta alla Società Geografica e la data. L’album (lotto 350) “de la Meditérranée a Madagascar a travers le Continent Noir. 28 Octobre 1924 - 26 Juin 1925 expédition Citroèn Centre-Afrique - 2ém mission Haardt-Aoudouin-Dubreuil” (32x38x6 cm) è contenuto in una scatola di cartone verde a decorazioni floreali lungo i bordi (36x40,5x8). Al centro del piatto, lo stemma della SGI; sul dorso è impressa la scritta: de la Meditérranée a Madagascar a travers le Continent Noir. 28 Octobre 1924 - 26 Juin 1925. Sul piatto di copertina, in basso a sinistra, si legge il nome di “Del Zoppo sculp.” riferito all’artefice delle decorazioni e delle scritte. Il verso e la controcopertina sono in stoffa bianca. Allegata all’album, una carta geografica a colori alla scala 1:20.000.000, con gli itinerari della spedizione, disegnata da V. Tchekranoff nel 1926. In una busta rossa “Automobili Citroèn” sono contenute 67 fotografie sciolte che illustrano le difficoltà del percorso della spedizione, in un’altra busta sono conservati i ritratti di A. Citroën, G.M. Haardt e L. Audouin-Dubreuil. Le ultime due fotografie sono opera del fotografo L. Taponier come risulta del nome impresso sul margine inferiore destro e dal timbro sul verso. Completano la serie i 58 positivi (lotto 352) incollati su cartoncini di colore marrone (33,5x42 cm) che riportano nel verso didascalie manoscritte.

Riferimenti bibliografici

Atti della Società Geografica Italiana. Adunanze dei soci. C.- Presentazione del film “La crociera Nera”, in «Bollettino della Società Geografica Italiana», 1926, pp. 523-527;

Cao B.C., La spedizione automobilistica Haardt dall’Algeria al Madagascar, «Bollettino della Società Geografica Italiana», 1925, pp. 359-362;

Haardt G.M e Aoudiuin-Dubreuil L., La croisière noire. Expédition Citroën Centre – Afrique, Paris, Librairie Plon, 1927;

Id. Il “Raid” Citroèn. La prima traversata del Sahara in automobile, Roma-Milano, Società Editrice d’Arte illustrata, 1926,

Id., La spedizione Citroèn attraverso l’Africa, in «Bollettino della Società Geografica Italiana», pp. 829-847;

Mancini M. (a cura di), La Crociera Nera. La spedizione Citroën attraverso il Continente africano (1924-1925), Roma, Società Geografica Italiana, 2006 (Roma, FPM.COM);

Società Geografica Italiana, Verbale del Consiglio, 8 gennaio 1927, p. 101, ms. conservato presso l’Archivio storico SGI;

Id., Verbale del Consiglio, 12 febbraio 1927, p. 110, ms. conservato presso l’Archivio storico SGI;

Id., Verbale del Consiglio, 22 febbraio 1927, p. 115, ms. conservato presso l’Archivio storico SGI;

Wolgensinger J., André Citroën, Milano, Editori di Comunicazione – Lupetti, 2003.

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