Collezione Pasi

Le immagini della collezione sono quelle raccolte da Paolo Pasi in Tripolitania (lotto 18/2), in Islanda (lotti 180 e 181) e occasione di un viaggio di tre mesi nell’Africa australe (lotti 182, 183 e 184).

  • Lotto 18/2

I 18 positivi (gelatina ai sali d'argento su carta) inseriti nell’album “Tripolitania, Fezzàn, Ghat” documentano gli aspetti geografici descritti da Paolo Pasi nel suo articolo In Tripolitania con la carovana del Touring Club Italiano pubblicato nel 1914 sul Bollettino della Società Geografica Italiana.

Riferimenti bibliografici

Paolo Pasi, In Tripolitania con la carovana del Touring Club Italiano, in «Bollettino della Società Geografica Italiana», 1914, pp. 1155-1200.


  • Lotti 180 e 181

Le diapositive 91 diapositive su vetro (lotto 180) di cui due colorate furono utilizzate da Paolo Pasi per illustrare le conferenze dal titolo: Impressioni d'Islanda tenute il 5 e 12 febbraio del 1905. Gli 83 negativi su vetro (lotto 181) erano originariamente contenuti in 5 scatole di diverso formato (18, 10, 18, 17, 20); 48 di essi sono forniti di didascalie manoscritte.

 Riferimenti bibliografici

Pasi P., Impressioni d'Islanda: conferenze del 5 e 12 febbraio 1905, in «Bollettino della Società Geografica Italiana», 1905, pp. 143-144;

Id., Impressioni d'Islanda: conferenze, in «Bollettino della Società Geografica Italiana», 1905, pp. 252-286, pp. 323-358.


  • Lotti 182, 183 e 184

Le immagini raccontano un viaggio di tre mesi compiuto da Paolo Pasi nell’Africa australe. Partita da Southampton il 7 agosto 1909, la nave inglese “Armadale” fece scalo a Madera l’11 agosto, per poi giungere in diciassette giorni a Città del Capo: dopo averne visitato il centro e i dintorni (Wynberg, la tenuta di Groote Schuur) e risalito la Table Mountain, Pasi percorse in ferrovia la distanza fino a George, passando per Ashton, l’altopiano del Karroo e Mossel Bay. Da George, superato il passo Montagu, il viaggiatore fece tappa a Oudtshoorn per visitare le famose Cango Caves ai piedi dei monti Zwaartberg; quindi diresse a ovest, transitando per Uniondale, Willowmore e Uitenhage fino a Port Elizabeth. Una volta ripartito, Pasi entrò nella Terra dei Cafri (cioè il territorio più orientale della colonia del capo), passando nei pressi di Grahamstown, sostando a Fort Beaufort per giungere, infine, a King William’s Town e, di lì, a East London. Dalla costa sudorientale Pasi prese la linea ferroviaria verso nord per arrivare a Bloemfontein, capitale dell’allora colonia dell’Orange, con fermate intermedie a Queenstown, Sterkstroom, Burghersdorp (località queste ultime variamente coinvolte nelle prime fasi della guerra boera) e Edenburg, primo insediamento incontrato sul grande altopiano noto come Veldt. Visitata Bloemfontein, Pasi diresse verso la colonia del Natal, invasa dai Boeri durante la seconda guerra boera. Thaba N’chu, Modderpoort, il Basutoland, Morija, Roma (queste oggi nel Lesotho) e Ficksburg furono le stazioni attraversate dalla ferrovia prima di oltrepassare i Monti dei Draghi al passo Van Reenen ed entrare così nel Natal, per fare sosta a Ladysmith, dove il viaggiatore visitò anche le colline limitrofe. Quindi deviò verso sud, a Colenso, da cui entrò nel distretto di Weenen e raggiunse Mooi River, ultimo villaggio raggiunto dai Boeri durante la loro avanzata; una volta sceso dall’altopiano, Pasi arrivò a Pietermaritzburg, capitale della colonia del Natal, città fondata dai Boeri, e dopo averne documentato le attrazioni (ad esempio il suo orto botanico), scese nuovamente sulla costa a Durban, meta coi suoi dintorni di una nuova sosta, così come al vicino parco Mitchell, nonostante otto giorni di maltempo. Pasi allora puntò verso il Transvaal, tornando con il treno a Ladysmith e da qui salendo a nord-est a Glencoe e Dundee; dopo aver girato attorno a Majubahill (altura famosa in quanto teatro di una rovinosa sconfitta inglese contro i Boeri), la ferrovia passava nei pressi di Laing’s Nek (ove avvenne un altro massacro inglese) e Charlestown, quindi penetrava nel Transvaal, aperto a tale innovazione solo nel 1895: superato il Vaal presso Standerton, si inoltrava nel Rand – il territorio delle miniere d’oro – fino a Johannesburg, fondata nel settembre 1886 e divenuta la capitale dell’industria aurifera dell’africa australe. Lasciata la capitale commerciale del Transvaal, Pasi visitò la vicina Pretoria, capitale amministrativa fondata nel 1855, sede di altre miniere (la famosa Premier) e della riserva naturale Wonderboom. Rimessosi nuovamente in viaggio, Pasi transitò per Krugersdorp, Potchefstroom (capitale prima di Pretoria fino al 1963), Klerksdorp (primo insediamento boero nel Transvaal), oltrepassò nuovamente il Vaal e in un giorno di treno giunse a Kimberley, fondata nel 1870, roccaforte dell’industria estrattiva di diamanti (immancabile dunque la visita del viaggiatore italiano alle miniere De Beers). Il viaggio a questo punto entrò in una nuova fase, avente come meta le Cascate Vittoria dello Zambesi in Rhodesia (oggi Zimbabwe), al confine con lo Zambia. Lasciata Kimberley, Pasi riprese la ferrovia e puntò verso nord, entrando nel protettorato britannico del Bechuanaland: qui transitò per Wryburg e Mafeking, costeggiò il deserto del Kalahari, salendo quindi sull’altopiano del Pre-Cape disseminato di kraal, e giungendo dopo due giorni di viaggio a Francistown (oggi nel Botswana); il terzo giorno entrò in Rhodesia, e in serata il treno arrivò a Bulawayo, ex capitale del regno dei Matabele. Dopo una breve visita, la mattina seguente Pasi salì sul treno diretto alle Cascate Vittoria, raggiunte il giorno seguente dopo essere transitato attraverso il distretto di Wankie. Oltre a documentare ampiamente – per tre giorni – lo spettacolare scenario fluviale, il viaggiatore fece una breve tappa alla vicina Livingstone, piccola capitale della Rhodesia Settentrionale (la città è situata oggi in Zambia) e all’isola Kandahar, a monte delle cascate risalendo il fiume. A questo punto Pasi fece marcia indietro tornando a Bulawayo, deciso ad esplorare le colline di Matoppo, spartiacque naturale tra lo Zambesi e il Limpopo, nonché luogo di sepoltura di Cecil Rhodes conquistatore della Rhodesia, in suo onore battezzata nel 1895. Prima di sostare nuovamente a Bulawayo, l’italiano fece visita alle rovine di Khami, antico luogo di lavorazione dell’oro (studiato da Richard Nicklin Hall), mentre mancò di esplorare le rovine di Zimbabwe. Ebbe inizio a questo punto la fase conclusiva delle peregrinazioni africane di Pasi che, lasciata definitivamente Bulawayo, diresse verso la costa dell’Oceano Indiano, a Beira (in Mozambico, allora colonia portoghese), sfruttando la linea ferroviaria aperta nel 1899 e passante attraverso Matabeleland, Mashonaland e Manicaland. Il viaggiatore italiano superò nell’ordine lo Shangani River, il distretto di Hartley, Salisbury (oggi Harare, capitale dello Zimbabwe), Marandella (Marondera), il distretto di Inyanga, Umtali (Mutare), Macequece (primo insediamento in Mozambico), Chimoio e il fiume Pungwe, prima di fermarsi a Beira. L’11 ottobre la nave tedesca “Gertrud Woermann” lasciò il porto della città per riportare in patria il Pasi; dopo un giorno di navigazione venne raggiunta Chinde, città situata sulla foce dello Zambesi, e due giorni dopo la nave ormeggiò al largo dell’isola Mozambico, di fronte alla baia di Mossuril, dove si potevano ammirare alcune fortificazioni costiere. Ripreso il mare, la nave sfilò davanti alle isole di Capo Delgado e in due giorni attraccò a Zanzibar, antico sultanato diviso tra Germania, Inghilterra e Italia; ivi trascorsa la notte, la nave retrocesse per breve tratto onde visitare Dar es Salaam (oggi massimo centro della Tanzania), insediamento tedesco di guardia a Zanzibar. La nave ormeggiò quindi a Tanga, porto tra i migliori dell’Africa Orientale Tedesca. Il giorno seguente, in sei ore Pasi raggiunse Mombasa, capitale dei territori orientali inglesi in Africa (oggi in Kenya), entrando nel porto di Kilindini e visitando la città; quindi, trascorsi cinque giorni di navigazione, la nave giunse al grande porto di Aden, presso l’imbocco del Mar Rosso; quattro giorni dopo, la “Gertrud Woermann” fece scalo a Suez e durante la notte percorse il Canale fino a rientrare nel Mar Mediterraneo a Port Said. All’alba del 4 novembre Paolo Pasi scendeva a Napoli, ponendo fine alle sue peregrinazioni con il rientro in Italia. Un anno e mezzo dopo, il 2 aprile 1911, egli tenne una conferenza presso la Società Geografica Italiana, relazionando il viaggio effettuato con l’ausilio delle diapositive oggi conservate presso l’Archivio fotografico.

Il lotto 182 comprende 130 diapositive in vetro, il lotto 183 è composto di 36 negativi e, infine, il lotto 184 consta di 62 negativi. I soggetti rappresentati sono funzionali al racconto di viaggio e spaziano da ritratti di indigeni, vedute paesaggistiche in cui si susseguono insediamenti urbani, flore lussureggianti, edifici di varia natura (abitazioni, tenute, dormitori, strutture industriali, monumenti), campioni minerari, fenomeni geologici e speleologici, manufatti indigeni, antiche rovine (da notare la presenza di immagini afferenti alle rovine di Zimbabwe, non personalmente visitate da Pasi, e pertanto non a lui attribuibili), etc. La cronaca del viaggio scritta da Pasi consente di datare le fotografie tra l’agosto e il novembre del 1909 (eccezion fatta per le immagini di dubbia attribuzione). Quasi tutte le diapositive recano una didascalia manoscritta sul margine inferiore, mentre in alcune il titolo è stampato sull’immagine, il che fa supporre che si tratti della riproduzione di cartoline illustrate. Risulta chiara a questo punto la compresenza da una di immagini scattate personalmente da Pasi, dall’altra di fotografie preesistenti e riutilizzate in occasione della conferenza.

Ben 37 delle fotografie sono pubblicate nel racconto di viaggio che si articola in una serie di contributi usciti nell’annata 1911 del Bollettino della Società Geografica Italiana, venne dalla stessa riedito nel 1912 in un volume intitolato Nelle terre dei Cafri.

Riferimenti bibliografici

Pasi P., L’Africa australe pittoresca. Conferenza del 2 aprile 1911, in «Bollettino della Società Geografica Italiana», 1911, pp. 567-568;

Id., I campi dell’oro e dei diamanti nel Sud Africa: note di viaggio, in «Bollettino della Società Geografica Italiana», 1911, pp. 1048-1084;

Id., La colonia del Capo: note di viaggio, in «Bollettino della Società Geografica Italiana», 1911, pp. 733-757, pp. 834-864;

Id., La colonia dell’Orange e il Natal: note di viaggio, in «Bollettino della Società Geografica Italiana», 1911, pp. 975-1007;

Id., La costa orientale dell’Africa: note di viaggio, in «Bollettino della Società Geografica Italiana», 1911, pp. 1498-1532;

Id., Nelle terre dei cafri, Roma, Società Geografica Italiana, 1912;

Id., La Rhodesia: note di viaggio, in «Bollettino della Società Geografica Italiana», 1911, pp. 1235-1267, pp. 1376-1394.

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