Viaggio in Egitto 1925

Il fondo (lotto 579) si compone di 75 stereoscopie realizzate da Giotto Dainelli nel 1925 in occasione di un viaggio in Egitto. Si tratta di una serie di negativi su vetro di 60 x 130 mm, ciascuno dei quali presenta due immagini di circa 54 x 62 mm.

Un primo elenco di queste immagini fu redatto dallo stesso Dainelli, che con la meticolosità che lo caratterizzava era solito annotare su dei taccuini luogo e data di ogni singolo scatto, numerandoli uno per uno e riportando la medesima sequenzialità anche sul retro delle lastre.

Ad eccezione di un piccolissimo gruppo di immagini raffiguranti il chiostro della chiesa dei Santi Marcellino e Festo, sede dell’Università Federico II di Napoli e alcuni dei compagni di viaggio di Dainelli ritratti sul ponte della nave insieme a dei cuccioli di leone, il resto delle fotografie ha per soggetti principali Alessandria, Il Cairo, Giza e le sponde del Nilo.

Della città di Alessandria, Dainelli si limita a riprendere solamente una serie di vedute del porto mostrandone l’intenso traffico navale e commerciale con i moli, le navi mercantili, le feluche, i battelli turistici, i piroscafi e le merci in paziente attesa di essere vendute o proseguire il loro viaggio.

Della capitale egiziana invece, oltre alle classiche vedute panoramiche eseguite da piccole alture, Dainelli si sofferma soprattutto sulla struttura architettonica delle moschee ed in particolare su quelle del centro storico, conosciuto come La Cittadella. Sono sottolineati perlopiù i grandi cortili prospicienti le sale di preghiera, dominati al centro dalle tradizionali fontane per le purificazioni chiamate sabil. In un’immagine si può invece osservare l’interno di una di queste moschee e nel dettaglio il minbar, il pulpito dal quale i fedeli ascoltano la lettura del Corano. A completare la serie alcune riprese eseguite nelle vie della città, che ci permettono di gettare uno sguardo sulla vita quotidiana dei suoi abitanti e di notare il contrasto fra la folla che sciama lungo le strette e caotiche vie della città e gli eleganti e pressoché deserti giardini pubblici lungo il fiume.

Il Nilo è ritratto dal bordo del battello utilizzato da Dainelli per raggiungere le varie tappe del viaggio. Si tratta quindi di vedute puramente panoramiche e folkloristiche, caratterizzate dalle tipiche barche a vela egiziane o da un gruppo di bambini seduto sulla riva del fiume, ma con qualche veloce sguardo ai cosiddetti “barrage”, ossia gli sbarramenti posti sul Nilo per il controllo delle correnti d’acqua ma aventi anche funzione di posto di blocco. Accanto a questi sbarramenti vi erano anche alcuni giardini pubblici, immortalati anch’essi come quelli visti a Il Cairo.

A parità di interesse con le vedute de Il Cairo, vi sono diversi scatti eseguiti nella piana di Giza. E’ possibile osservare, ancora in parte insabbiata, l’enorme mole della Sfinge, intorno alla quale si riconoscono le celebri piramidi di Cheope e Chefren oltre a sepolcri minori. La presenza di numerosi turisti che sciamano a piedi o a dorso di cammello fra un monumento e un altro le connota più come classiche fotografie da vacanza che come fotografie esplorative, seppur siano testimonianze importanti di alto valore archeologico. A non molta distanza da Giza Dainelli visitò la necropoli di Saqqara, dove ritrasse la piramide a gradoni del faraone Djoser, e la città di Menfi, immortalando anche lì un’esemplare di sfinge e diversi palmeti. (Claudio Lanzi)

Riferimenti bibliografici

Dainelli G., L’Egitto e i geografi italiani, in “Il Marzocco”, Anno XXX, N°17, 26 aprile 1925 (http://www.vieusseux.it/coppermine/displayimage.php?album=483&pid=18423#top_display_media)

Dainelli G., Esploratori italiani in Africa, UTET, Torino, 1960

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