Spedizioni De Agostini in Patagonia 1930-1932

I 19 positivi contenuti nella raccolta sono stati realizzati durante le due Spedizioni di Alberto Maria De Agostini nella Cordigliera Patagonica meridionale nel biennio 1930-1932. Esperto viaggiatore e ancor più fervente ammiratore della Terra del Fuoco, di questa aveva già, dall’anno 1909, cominciato a intraprendere le esplorazioni che avrebbero svelato “alla scienza e all’arte i misteriosi segreti dei suoi geli eterni” e che lo avrebbero impegnato per oltre mezzo secolo. Alcuni dei suoi più brillanti risultati li ottenne nel biennio sopra ricordato, durante il quale si soffermò in maniera particolare sulla morfologia di rilievi intensamente glacializzati e classificò un gran numero di specie vegetali, fossili e campioni di rocce fornendone la descrizione e il materiale illustrativo costituito dalle fotografie della collezione. Durante la prima spedizione svoltasi nell’estate australe fra il 1930 e il 1931, assieme al geologo Egidio Feruglio e alle guide valdostane Evaristo Croux e Leone Bron di Courmayeur si addentrò fra i monti “ad Occidente del braccio nord del Lago Argentino” e al fiordo Spegazzini, realizzando, fra l’altro, l’ascensione al monte Mayo, la traversata della cordigliera patagonica centrale dal ghiacciaio Uppsala al fiordo Falcòn nel Pacifico, nonché l’esplorazione di vaste zone attorno al lago Viedma, mentre in solitaria Feruglio scalava il monte Cuchillo raccogliendo importante materiale paleontologico. Le immagini documentano parte di quest’itinerario, dall’accampamento nel fiordo ad occidente della penisola Avellaneda e al trasporto dei viveri e degli equipaggi attraverso il ghiacciaio Upsala fino all’arrivo al fiordo Falcòn dopo aver attraversato la Cordigliera risalendo la valle Moyano. A completare il programma di esplorazione, rimasto incompleto perché ostacolato dal cattivo tempo, De Agostini allestì nell’estate 1931-1932 una seconda spedizione cui parteciparono la guida Mario Derriard di Courmayeur, pratica di regioni polari per aver fatto parte della pattuglia Sora nelle Svalbard, e due portatori cileni contrattati sul posto. Obiettivo era il gruppo di montagne a sud-ovest del lago Viedma e la parte superiore del ghiacciaio Upsala, infine il monte Fitz Roy per il riconoscimento dei ghiacciai che si estendono tra il Lago San Martin e i laghi patagonici. Di tutta questa attività De Agostini diede sistematicamente notizia con relazioni presentate in occasione di convegni scientifici o attraverso articoli pubblicati su riviste specializzate o di alta divulgazione, in gran parte ripresi e rielaborati nei suoi libri e nelle sue guide turistiche, corredate da splendide riproduzioni fotografiche. (Veronica Talone)

 

Riferimenti bibliografici

De Agostini A. M., Prima spedizione nella cordigliera patagonica meridionale in «Bollettino della Società Geografica Italiana», LXVIII (1931), pp. 803-813;

Id., Seconda spedizione nella cordigliera Patagonica meridionale (Estate australe 1931-1932), ibid., LXIX (1932), pp. 723-730;

Id., I miei viaggi nella cordigliera patagonica meridionale, in «Nuova Antologia», 10 dic. 1932, pp. 320-328;

Id., La prima traversata della cordigliera patagonica dal lago Argentino al fiordo Falcón, in «Le Vie d’Italia e del mondo», I (1933), pp. 589-606;

Id., Aspetti geomorfologici della cordigliera patagonica australe, in Atti della R. Acc. delle scienze di Torino, Classe di scienze fisiche, matem. e natur., LXXIV (1938-1939), pp. 24-233;

Id., Trent’anni nella Terra del Fuoco, Torino 1955 (pubblicato anche in edizione spagnola: Buenos Aires 1955).

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